Casamassella - Uggiano la Chiesa - Porto Badisco sul Sentiero del Neolitico

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Un viaggio nella preistoria, tra canyon nascosti, grotte dipinte e la potenza primordiale del mare di Porto Badisco.

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Casamassella - Uggiano la Chiesa
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Descrizione

Casamassella: il filo invisibile che unisce il passato al presente

Casamassella è un borgo in cui il tempo sembra sospeso, ma il suo legame con il passato è più profondo di quanto si possa immaginare. Questo piccolo insediamento rurale, immerso nel cuore del Salento, è connesso da un filo invisibile a una delle scoperte archeologiche più straordinarie d’Europa: le Grotte dei Cervi di Porto Badisco.

Per raggiungere Porto Badisco, il camminatore lascia Casamassella e si addentra in un paesaggio in continua trasformazione. Il sentiero attraversa uliveti secolari, macchia mediterranea e profonde formazioni calcaree, discendendo gradualmente verso un mondo nascosto, fatto di canyon incisi dal tempo e segreti celati nelle viscere della terra.

Il canyon e le Grotte dei Cervi: un santuario preistorico nel cuore della roccia

Scendendo lungo il canyon, il paesaggio si fa maestoso e selvaggio. Le pareti di roccia, erose nei millenni dalle acque e dal vento, custodiscono un sistema di grotte che rappresentano uno dei più grandi misteri dell’Europa preistorica: le Grotte dei Cervi. Questa rete di cavità sotterranee, scoperta nel 1970, racchiude oltre 3000 pittogrammi risalenti a più di 8000 anni fa, dipinti con ocra rossa e guano di pipistrello. I disegni raffigurano figure umane stilizzate, cervi in corsa, scene di caccia e misteriosi simboli geometrici, che alcuni studiosi ritengono possano essere legati a riti sciamanici o a un antico linguaggio simbolico. Si pensa che la grotta fosse un santuario preistorico, un luogo di culto in cui gli uomini del Neolitico si riunivano per cerimonie propiziatorie, celebrando il ciclo della vita e il rapporto sacro con la natura. Casamassella e i suoi dintorni facevano probabilmente parte di questo stesso sistema culturale: i primi abitanti di queste terre condividevano credenze, rituali e percorsi di caccia con le comunità che si spingevano fino alla costa. L’atmosfera qui è densa di mistero: il canyon sembra un confine tra due mondi, un varco nel tempo che conduce il viandante in un’epoca lontana, dove la natura era divinità e la roccia un libro su cui incidere il proprio passaggio.

Lungo il Sentiero del Neolitico: un viaggio nella geologia e nella biodiversità

Dopo aver costeggiato le Grotte dei Cervi, il sentiero continua tra pareti calcaree e distese di macchia mediterranea, immergendosi in un ecosistema ricco di vita. Qui la flora è un susseguirsi di lentisco, mirto, rosmarino e timo, le cui essenze aromatiche riempiono l’aria. Nelle stagioni più umide, fioriscono orchidee selvatiche e gigli marini, aggiungendo colori delicati al paesaggio roccioso. La fauna è altrettanto affascinante: tra le fessure della roccia si nascondono gechi e lucertole smeraldine, mentre il cielo è spesso solcato dal volo maestoso del falco pellegrino, che qui trova pareti ideali per nidificare. Di notte, il canyon si riempie del canto degli allocchi e del fruscio silenzioso delle volpi in cerca di prede. Attraversando queste terre, è facile immaginare gli uomini preistorici camminare lungo gli stessi sentieri, cacciando con lance e archi, cercando riparo nelle grotte o raccogliendo bacche e radici per sopravvivere.